Manovre

Quella che si respira in casa Parketto è aria fresca, frizzante; voci ufficiose affermano che la squadra, dai giocatori alla dirigenza passando per il mister, sono entusiasti del debutto nelle Contrade. Ieri sera si è tenuto un meeting al vertice; alcuni giocatori e il mister Pischedda si sarebbero incontrati addirittura in uno scantinato, precedentemente bonificato da cimici (sia elettroniche che organiche) e microfoni direzionali; gustando dell'ottimo gelato e in compagnia - pare, ma la voce non trova conferme ufficiali - di alcune belle ragazze, hanno tratto i primi bilanci.
Nonostante la segretezza dell'incontro e l'esclusività dello stesso, noi di blogparketto siamo riusciti a partecipare alla riunione.
L'assenza del presidente Perrone deve far riflettere: i troppi impegni che lo tengono lontano dalla squadra potrebbero un giorno gravare sulla sua dirigenza, che quest'anno sembra però in ascesa rispetto a quella dello scorso anno. La sua presenza è stata più costante e il suo operato è migliorato.
Non mancano i malumori: alla seconda partita, nemmeno una salamella è stata offerta dalla dirigenza ai calciatori. «Di questo passo» - dicono - «non porterà più nemmeno l'acqua».
Altra nota dolente è la scelta dei guardalinee; la FIGC (Federazione Idioti che Giocano alle Contrade) ha nominato un padre e suo figlio, tali Perrone, che non sembrano all'altezza del compito. Statici nelle loro errate posizioni, sbandierano a caso manco volessero togliersi di torno delle fastidiose zanzare; aiuterebbe se guardassero verso la partita, di tanto in tanto. Il pubblico, distratto da tanto sbandierare, osserva il cielo in attesa che, di punto in bianco, atterri sul campo un Boeing 737 della Ryanair.
Positiva la scelta dell'attaccante Libera, che ha portato una valanga di gol nelle casse della squadra. «Non so chi sia» ha dichiarato il Perrone «mi dicono giochi per noi, tanto meglio».
Dubbiosa anche la personalità dell'allenatore Pischedda, che talvolta diventa molto simile a quella del meno famoso ma altrettanto qualificato Fabio Capello; i giocatori non sanno se seguire le sue istruzioni o ridergli in faccia. Nel dubbio, non fanno niente di tutto ciò e continuano a pensare al nulla. Nonostante la schizofrenia, il mister (una volta giocatore, ora in declino in seguito ad una brutta storia di alcol, droghe e trans) sembra reggere la panchina. «Anche perchè» dice «è solida ed è avvitata molto bene».
L'incontro è poi proseguito in un esclusivissimo locale della periferia ovest di Milano, dove i nostri hanno sorseggiato della pregiatissima birra ed osservato con competenza le auto parcheggiate; una di loro recava un inequivocabile segno della presenza di chi vi scrive.
Fortunatamente i giocatori e il mister hanno continuato a bere come se nulla fosse.